
Il Raccolto Rubato: Quando il Crimine Informatico Costa Vite Reali
L’Ombra ai Confini dell’Aiuto
Nelle prime ore del 29 giugno 2025, il silenzio digitale è stato infranto da una notizia sconvolgente: Welthungerhilfe, una delle più grandi e rispettate organizzazioni umanitarie tedesche, è stata colpita da un violento attacco ransomware. L’annuncio non è arrivato tramite canali ufficiali, ma dagli angoli più oscuri del web — sul sito di leak del gruppo Rhysida, nascosto nel dark web.

Per molti, il nome “Welthungerhilfe” evoca immagini di operatori umanitari in zone di crisi, impegnati a combattere la fame, la siccità e le catastrofi. Fondata nel 1962 e con sede a Bonn, l’organizzazione è attiva in oltre 35 Paesi con una missione chiara: combattere la fame e la povertà attraverso un aiuto sostenibile.
Un attacco a un’organizzazione del genere non è solo un incidente tecnico — è un affronto morale.
Il presunto responsabile: Rhysida, un nome che ormai incute timore nei reparti IT di tutto il mondo. Il gruppo è noto per le sue tattiche di doppia estorsione: i dati vengono rubati e contemporaneamente criptati, con la minaccia di pubblicazione se non viene pagato un riscatto. I loro obiettivi precedenti includono ospedali e amministrazioni locali. Ora hanno preso di mira un’organizzazione fondata sulla fiducia e sulla solidarietà.
Welthungerhilfe ha confermato l’attacco poche ore dopo la pubblicazione da parte del gruppo. In un comunicato ufficiale, il team di crisi ha dichiarato che i sistemi IT sono stati compromessi ma rapidamente isolati. Tuttavia, il danno potrebbe essere già stato fatto. Dati dei donatori, documenti di progetto, comunicazioni interne — tutto potrebbe ora essere nelle mani dei criminali.
Anatomia di un’Intrusione
Per un’organizzazione nata per rispondere alle emergenze, Welthungerhilfe si è ritrovata improvvisamente dall’altra parte: non più soccorritrice, ma vittima. Ecco come si è svolto l’attacco.
Cronologia dell’incidente
28 giugno 2025 (sera) – Vengono rilevate attività anomale nella rete interna di Welthungerhilfe. In seguito si scoprirà che si trattava dei primi movimenti laterali degli attaccanti all’interno dell’infrastruttura.
29 giugno 2025, ore 05:50 (UTC+3) – Il team di intelligence ThreatMon segnala pubblicamente l’attacco. Il nome di Welthungerhilfe compare sul sito di leak del gruppo Rhysida nel dark web, accompagnato da un conto alla rovescia e da file esemplificativi sottratti.
Poche ore dopo – L’organizzazione pubblica un comunicato ufficiale: l’attacco è stato identificato e contenuto, e sono in corso indagini con esperti forensi e autorità competenti. Non risultano, al momento, fughe di dati personali dei donatori.
Il metodo Rhysida: chirurgia digitale ad alto impatto
Il gruppo Rhysida è noto per la sua efficienza e per l’uso di tattiche di doppia estorsione. Ecco le fasi principali del loro modus operandi:
Accesso iniziale – Tramite email di phishing con allegati dannosi o sfruttando vulnerabilità in VPN non aggiornate e accessi RDP esposti.
Movimento laterale – Una volta dentro, gli attaccanti si spostano silenziosamente tra i sistemi usando strumenti come Cobalt Strike, Mimikatz e comandi nativi di Windows (PsExec, WMI), evitando il rilevamento.
Esfiltrazione dei dati – Prima della cifratura, i dati sensibili vengono copiati e trasferiti tramite canali criptati (es. Rclone via HTTPS o SFTP), per aumentare la pressione psicologica sulla vittima.
Distribuzione del ransomware – Il malware Rhysida viene attivato, cifrando i file e lasciando messaggi di riscatto minacciosi.
Pubblicazione nel dark web – Se il riscatto non viene pagato, i dati vengono pubblicati sul sito di leak, danneggiando ulteriormente la reputazione della vittima.
Perché colpire una ONG?

Perché è vulnerabile e visibile. Le ONG spesso dispongono di risorse limitate per la sicurezza informatica, ma gestiscono dati estremamente sensibili. Inoltre, ogni minuto di inattività può compromettere aiuti vitali. Per un gruppo come Rhysida, è un bersaglio ad alto impatto e a bassa difesa.
Conseguenze e Fiducia Infranta
L’attacco a Welthungerhilfe non è stato solo un incidente informatico — è stato un colpo alla coscienza collettiva. Per anni si è sperato che le organizzazioni umanitarie, per la loro missione altruistica, potessero essere risparmiate dal mirino dei criminali digitali. Quella speranza è svanita.
Rhysida ha dimostrato che nel cyberspazio non esistono zone franche. Le ONG, spesso con risorse limitate per la sicurezza informatica, sono vulnerabili quanto — se non più — delle grandi aziende. E quando la fiducia è il capitale principale, un attacco informatico può minare le fondamenta stesse della solidarietà.
Cosa c’era in gioco?
Welthungerhilfe ha reagito prontamente: ha isolato i sistemi, avviato indagini forensi e comunicato con trasparenza. Ma il danno va oltre i server compromessi. Si tratta di fiducia erosa, di relazioni con donatori e partner messe alla prova, e soprattutto di vite umane potenzialmente colpite.
Secondo stime di esperti, un attacco di questa portata può costare tra 1,5 e 4 milioni di dollari — tra analisi forense, ripristino dei sistemi, consulenze legali e possibili riscatti. L’organizzazione non ha divulgato cifre ufficiali.
Ma cosa significano quei numeri?
Secondo i rapporti d’impatto di Welthungerhilfe, una donazione tra 100 e 250 dollari può garantire a un bambino cibo, acqua potabile e cure mediche per diversi mesi. Questo significa che il danno economico dell’attacco avrebbe potuto sostenere tra 6.000 e 40.000 bambini.
Non si tratta solo di dati rubati. Si tratta di pasti mancati, cure ritardate, speranze infrante.
Un campanello d’allarme per tutti
Welthungerhilfe non è un caso isolato. Le ONG di tutto il mondo operano sotto pressione crescente, mentre i criminali informatici colpiscono dove la vulnerabilità è più alta e l’impatto più devastante. Serve un cambio di paradigma: la resilienza digitale deve diventare parte integrante della missione umanitaria.
Perché la vulnerabilità informatica non può essere il prezzo del coraggio morale.
Lo Scudo Mancante — Cosa Avrebbe Potuto Evitare l’Attacco
Dopo lo shock iniziale, resta una domanda inevitabile: si poteva evitare tutto questo? La risposta è sì — con una protezione adeguata.

Un sistema come Cy-Napea®, basato su rilevamento comportamentale, backup inviolabili e ripristino automatico, avrebbe potuto intercettare e neutralizzare l’attacco del gruppo Rhysida prima che arrecasse danni irreparabili.
Come avrebbe agito un sistema come Cy-Napea®
Rilevamento in tempo reale basato sul comportamento
Analizza costantemente i processi di sistema per individuare attività sospette (es. cifratura massiva, escalation di privilegi) e bloccarle anche se si tratta di minacce sconosciute.Autoprotezione contro la disattivazione
Anche in caso di compromissione degli account amministrativi, il sistema resta attivo e non può essere disabilitato dagli aggressori.Backup immutabili e isolati
I dati vengono salvati in ambienti protetti e non modificabili, garantendo un ripristino rapido e sicuro senza dover cedere a ricatti.Difesa contro attacchi “zero-day”
Grazie all’intelligenza artificiale e all’analisi euristica, il sistema è in grado di riconoscere e bloccare ransomware mai visti prima.Ripristino automatico e report forense
In caso di attacco, i sistemi infetti vengono isolati, i file ripristinati e viene generato un rapporto dettagliato per le autorità e i partner.
Perché tutto questo conta
L’attacco a Welthungerhilfe non ha solo compromesso dati — ha compromesso opportunità di vita. Con un danno stimato tra 1,5 e 4 milioni di dollari, l’organizzazione avrebbe potuto aiutare tra 6.000 e 40.000 bambini con cibo, acqua e cure mediche.
In un mondo in cui persino la solidarietà è un bersaglio, la resilienza digitale non è più un’opzione: è una necessità.
Nota di trasparenza:
Le stime economiche (1,5–4 milioni USD) e il numero di bambini potenzialmente colpiti (6.000–40.000) si basano su dati pubblici e rapporti storici di Welthungerhilfe. Non sono stati confermati ufficialmente dall’organizzazione.
Fonti:
